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La Mobilità dei Talenti

Torna indietro  Giugno 2019lunedì 17 giugno 2019

 

 

Secondo uno studio Ocse riguardante la “Talent Attactiveness”, ossia la capacità di attirare talenti internazionali, Australia, Svezia, Nuova Zelanda e Canada sono i Paesi più attraenti per i lavoratori immigrati altamente qualificati. L’Italia, in questo contesto, è in coda: su 36 Paesi industrializzati è quart’ultima.

 

La capacità di attirare talenti internazionali dipenderebbe dalle politiche sulla migrazione oltre che dalle condizioni economiche di ciascun Paese.

 

Le persone con alte qualifiche e competenze (in possesso di master o dottorato) hanno un ruolo chiave nella prosperità dei Paesi; hanno, infatti,  generalmente occupazioni essenziali per l'innovazione e il progresso tecnologico e contribuiscono quindi a una maggiore crescita economica.

 

Gli Stati Uniti sarebbero al top della graduatoria per la “qualità delle opportunità”, per “reddito e tassazione”, ma anche per il “contesto delle competenze” e la “qualità della vita”, ma sono penalizzati dalle restrizioni in materia di visto e accesso dei famigliari degli immigrati.

 

Come spiega il rapporto, i Paesi in fondo alla classifica hanno un contesto di competenze alquanto scarso e questo è uno dei fattori principali che influisce sulla mobilità dei talenti: i lavoratori molto qualificati sono attirati da altre persone con alte competenze. Ciò genera un effetto moltiplicatore che è alla base dello sviluppo.

 

Parallelamente si parla di “attrattività” anche in merito agli imprenditori esteri ed agli studenti internazionali.


Per quanto riguarda gli imprenditori ad esempio, i Paesi più attraenti sono Canada, Svizzera, Nuova Zelanda e Norvegia, soprattutto grazie al contesto favorevole per l’imprenditorialità, l'apertura commerciale e le normative sul lavoro e sul mercato dei prodotti. A differenza dell'Italia che, nonostante salga di qualche posizione (28esima) per imprenditorialità, rimane pur sempre nel plotone di coda.

 

Per gli studenti internazionali l’Italia è esattamente a metà classifica: è avvantaggiata da una più semplice concessione del permesso di lavoro dopo avere ottenuto la laurea. Buona parte dell’attrattività di un Paese dipende, dunque, dall’adozione di misure favorevoli alla migrazione, anche se questo non è, di per sé, sufficiente.

 

Il  nostro Paese è penalizzato dal contesto economico e da un mercato del lavoro ancora molto fragile dopo la crisi avvenuta nel 2008. Ne consegue la voglia dei ragazzi di oggi di andare all'estero, un terzo è disponibile addirittura a cambiare continente mentre fino a qualche tempo fa se a un giovane si proponeva di partire in un caso rifiutava. Questo perchè i ragazzi di oggi hanno una mentalità più aperta, ma la causa scatenante è che non sono in grado di trovare lavoro. I laureati infatti che hanno deciso di andare all'estero lo hanno fatto principalmente per due motivi: sono meglio retribuiti e il posto di lavoro trovato è più rispondente alla laurea conseguita.