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Diventare formatore per aziende. Requisiti ed opportunità

Torna indietro  Dicembre 2018giovedì 06 dicembre 2018

 

 

L’ormai acquisita rivoluzione in atto da tempo nel mondo del lavoro rende necessario un aggiornamento continuo, teso a comprendere i mutamenti in essere per prendere le adeguate contromisure. Una necessità che riguarda non solo i lavoratori, ma anche le aziende.
Proprio per questa esigenza di aggiornamento costante, negli ultimi anni si è andata ad affermare in modo evidente la figura del formatore, professione relativamente giovane nata proprio per rispondere alla pressante domanda di riconversione professionale.
È negli anni 70 che, nel nostro paese, si assiste al boom dei formatori per aggiornare la classe operaia. Da allora le cose sono sensibilmente cambiate ed i formatori sono diventati figure di rilievo nel mercato del lavoro odierno nel quale le tecnologie multimediali hanno reso necessaria un'operazione di tabula rasa (ne avevamo parlato in: Formazione, serve più modernità) per ripartire quasi da zero, con nuove competenze da acquisire.

Cosa fa un formatore aziendale

Buona parte di questo merito è anche del diverso approccio al mondo del lavoro che implica ormai la necessità di una formazione costante. Tenersi aggiornati durante tutto l’arco lavorativo: e chi meglio di un formatore può rivelarsi utile per perseguire tale scopo?
Per formatore si intende quella figura professionale che è in grado di prestare la propria consulenza alle realtà economiche che ne abbiano bisogno, e si fa riferimento qui sia ai lavoratori che a liberi professionisti ed imprenditori.
Lo scopo principale di questa figura è quello di rendere più efficace la strategia dei processi lavorativi evitando l’obsolescenza e l’incapacità di far fronte alle mutevoli richieste del mercato. Tutte criticità che possono incidere pesantemente oggi sulla riuscita in ambito lavorativo.

Come si diventa formatore?

Migliorare il rendimento di un lavoratore o di una azienda così da consentire una naturale evoluzione in risposta alle nuove richieste del mercato. Ma come si diventa formatori? Partiamo da un presupposto: ad oggi non esistono corsi di studio appositi, tantomeno ordini professionali che raggruppino coloro i quali si fregiano di questa qualifica.
Ci sono però diverse associazioni di professionisti e imprese che possono certificare e attestare le competenze dei propri iscritti. E se l’iscrizione ad una di esse non è obbligatoria, è comunque consigliabile farne parte.
Il primo vantaggio in tal senso risiede proprio nella formazione necessaria per poter tenere il passo con un mondo del lavoro sempre più competitivo e in costante fase di trasformazione. Questi enti sono soliti organizzare corsi di aggiornamento che si rivelano preziosi proprio in virtù del fatto che, sul tema, manca ancora una formazione accademica.

Opportunità di lavoro e retribuzione

Diventare formatori può schiudere diverse possibilità, a partire dal mondo delle imprese che intendano puntare sull’innovazione, per proseguire poi con i professionisti intenzionati ad aumentare il proprio bagaglio di competenze.
Si parla di figure tecniche che devono avere conoscenze relative alla singola materia per la quale vanno a proporsi; in impegno non da poco che sembra dare discreti frutti visto che i formatori possono arrivare a guadagnare mediamente tra i 25mila e i 50mila euro all’anno.
Le strade da intraprendere sono diverse in quanto si può optare per attività di formazione finanziate con risorse pubbliche, corsi autofinanziati da privati, formazione aziendale.