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In Italia crescono i Gig Workers: di cosa si parla?

Torna indietro  Ottobre 2019martedì 15 ottobre 2019

 

Gig Workers, cosa sono e quali sono i numeri in Italia

 

Un fenomeno che è strettamente connesso ai cambiamenti sociali che hanno ridisegnato, negli ultimi anni, i contorni del mondo del lavoro, per esigenze esterne più che per scelta. Per capire meglio ciò di cui stiamo parlando è necessario affrontare il tema partendo da una definizione generica.

 

La “Gig Economy” è un modello economico recente che si sta diffondendo a seguito della crisi e che si basa sul cosiddetto lavoro on demand, ovvero si lavora solo quando c’è richiesta per i propri servizi.


Niente di stravolgente perché si parla di qualcosa da sempre presente nel mondo del lavoro: la vera differenza portata dalla Gig Economy è data dalla presenza del web, visto che domanda ed offerta di cui sopra vengono gestite direttamente in rete grazie a piattaforme dedicate oppure ad app per smartphone. Si delinea così il profilo dei Gig Workers.

 

Lavorare in proprio solo quando c’è richiesta

 

Altra caratteristica che fa la differenza oltre alla presenza del web, sempre più stringente in ambito lavorativo, il fattore del lavoro eseguito in proprio. I Gig Workers sono lavoratori indipendenti che svolgono attività temporanee, accessorie, interinali, saltuarie, come meglio vogliamo chiamarle.


Nello slang americano il termine ‘gig’ va a designare proprio un incarico o, per dirla in altre parole, un lavoretto occasionale. Si pensi all’affitto temporaneo di camere che avviene sui circuiti principali quali Airbnb, alle consegne a domicilio come Deliveroo e più in generale al lavoro nel settore del food in rete.


Lavori occasionali che, il più delle volte, servono per arrotondare quanto già si percepisce da un lavoro ordinario. In sostanza i Gig Workers sono, spesso e volentieri, persone che hanno già un proprio lavoro ma che nel tempo libero svolgono altre attività, come quelle sopra descritte, per far quadrare meglio il bilancio familiare. Ed analizzando i numeri relativi a questa tipologia di lavoratori, il quadro che ne emerge è esattamente di questo genere.

 

I Gig Workers in Italia

 

La fotografia arriva dall’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche e va ad inquadrare meglio la questione Gig Workers nel nostro paese. In Italia rientrano in tale categoria oltre 210 mila lavoratori, dei quali più del 40% è senza contratto.


L’altra particolarità dell’Italia, in riferimento ai Gig Workers, è data dal fatto che non si limitano a svolgere lavoretti quali consegne di beni o lavori affini, ma svolgono anche mansioni più complesse e sprovviste di tutele. In sostanza in Italia si abusa di questa figura.


Non è un caso che a livello normativo ci si sta muovendo al fine di regolamentare la figura dei Gig Workers. Il nuovo governo ha messo in agenda tale problematica per rafforzare le tutele dei “Rider” ma anche di tutti i lavoratori delle piattaforme digitali.


Una necessità pressante visto che la tendenza è di una crescita e riguarderà in futuro una grossa fetta della popolazione attiva se consideriamo che, ad oggi in Italia, gli oltre 200 mila Gig Workers sono mediamente colti (1 su 5 è laureato) e già in possesso di un’occupazione.